Restituire a Roma un ruolo fondamentale nel recupero della memoria di ''citta' aperta'' alla creazione e allo sviluppo della Moda Italiana. E' l'obiettivo che i promotori del Progetto ''Archivi della Moda del '900'' - Direzione Generale degli Archivi, Soprintendenza Archivistica per il Lazio (MiBAC) e Associazione Nazionale Archivistica Italiana - stanno tessendo insieme a numerose istituzioni pubbliche e soggetti privati, operanti a Roma nel settore della moda e del costume. Grazie ad una rete di sinergie operative, si stanno attuando azioni di conoscenza, recupero e valorizzazione degli archivi della moda, al fine di ricostruire una realta' produttiva e culturale di assoluta eccellenza. A Roma inoltre la produzione di moda si coniuga potentemente alle creazioni per il mondo dello spettacolo, del cinema e del teatro: l'attivita' di censimento e mappatura abbraccia infatti oltre alle attivita' prettamente legate alla moda, anche le sartorie cine-teatrali, i costumisti e accessori per il cinema e il teatro. Nell'ambito di AltaRomAltaModa, è stato presentato, da rappresentanti istituzionali ed esperti del settore il Progetto ''Archivi della Moda del '900''. La memoria della moda e del costume a Roma e nel Lazio, enucleando gli obiettivi, le finalita' e il calendario delle iniziative future previste a Roma e nel Lazio.Bozzetti, foto, filmati, campioni di stoffe, vestiti, parrucche, calzature. Veri gioielli della moda italiana dagli anni Cinquanta ad oggi raccolti nell'Archivio della Moda.
Un progetto nato per recuperare tutto quel vastissimo materiale che giace nei cassetti delle grandi maison ma anche in quei piccoli atelier che hanno fatto la storia della moda italiana consegnando al modo il successo del Made in Italy. Un progetto triennale al quale hanno preso parte - in questa prima fase - le regioni Lazio, Lombardia e Toscana, ma si sono gia' candidate la Campania, le Marche, il Veneto, l'Emilia Romagna e la Sicilia. Regioni che hanno gia' iniziato il censimento del proprio materiale per consegnarlo l'Archivio centrale elaborato dall'Associazione Nazionale Archivistica Italiana - ANAI e dal Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali (Direzione Generale per gli Archivi e Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali ed il diritto d'autore e Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale) con il coinvolgimento di numerose e prestigiose istituzioni, con l'obiettivo di conservare quel patrimonio che altrimenti rischierebbe di disperdersi, e quindi di promuoverlo in Italia come all'estero. Infatti, il materiale che formera' l'archivio sara' anche inserito in sito internet, consentendo cosi' agli studenti di tutto il mondo di conoscere, vedere e studiare la storia e le tendenze della moda italiana, dagli anni d'oro della Dolce Vita fino al Novecento. Materiale che arriva da archivi di grandi e prestigiosi nomi della moda come Capucci e Gattinoni, o da istituzioni culturali come la biblioteca Chiarini, quello dell'Accademia della Moda e del Costume, l'archivio Centrale dello Stato. Solo per citarne alcuni.
Una iniziativa che Stefano Dominella della maison Gattinoni, definisce ''un punto d'orgoglio in piu' per noi italiani visto che i nostri competitor francesi non hanno un progetto come questo''. La sua casa di moda ha aderito all'Archivio consegnando 250 abiti, 350 tavole di campioni di ricamo, migliaia di rassegne stampa, lettere di Margaret d'Inghilterra inviate alla signora Gattinoni e molto altro ancora. ''E' stata un'occasione - aggiunge Dominella - per rimettere in ordine tutto il materiale che avevamo e riportare alla luce delle vere curiosita'''. Testimonianze arrivano anche dalla casa di moda rappresentata da Luca Litrico: ''Abbiamo sentito parlare di questa iniziativa nel 2008 ed e' stata accolta subito con grande entusiasmo. Un lavoro che aiuta a riscoprire e diffondere tutta la storia della moda italiana e a capire quale indotto c'e' dietro alla realizzazione del prodotto finito''. Un archivio, quello della Litrico, che si compone di ben 46 album con ritagli di giornale, 5500 bozzetti e oltre 300 servizi fotografici. A questo si aggiunge anche un altro fondo, quello di Clara Centinaro. Non solo. Accanto all'immenso materiale di abiti, stoffe e bozzetti anche 8.000 parrucche, capelli di ogni lunghezza e coloro dagli archivi della 'Rocchetti e Rocchetti'. ''Avevo un mucchio di parrucche e di materiale che la mia azienda inizio' a realizzare prima per il teatro lirico poi per il cinema ed il teatro - spiega Manlio Rocchetti - ora, con la nascita di questo archivio - continua - abbiamo iniziato a catalogarlo e riordinarlo''. Una ricchezza storica gigantesca che Rocchetti pensa addirittura di raccogliere in un museo. ''Il nostro obiettivo - afferma il soprintendente Donato Tamble' - e' quello di portare la cultura del Made in Italy in tutto il mondo, perche' possa l'Italia continuare ad essere quel paese invidiato per la sua creativita'''.
Un progetto nato per recuperare tutto quel vastissimo materiale che giace nei cassetti delle grandi maison ma anche in quei piccoli atelier che hanno fatto la storia della moda italiana consegnando al modo il successo del Made in Italy. Un progetto triennale al quale hanno preso parte - in questa prima fase - le regioni Lazio, Lombardia e Toscana, ma si sono gia' candidate la Campania, le Marche, il Veneto, l'Emilia Romagna e la Sicilia. Regioni che hanno gia' iniziato il censimento del proprio materiale per consegnarlo l'Archivio centrale elaborato dall'Associazione Nazionale Archivistica Italiana - ANAI e dal Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali (Direzione Generale per gli Archivi e Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali ed il diritto d'autore e Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale) con il coinvolgimento di numerose e prestigiose istituzioni, con l'obiettivo di conservare quel patrimonio che altrimenti rischierebbe di disperdersi, e quindi di promuoverlo in Italia come all'estero. Infatti, il materiale che formera' l'archivio sara' anche inserito in sito internet, consentendo cosi' agli studenti di tutto il mondo di conoscere, vedere e studiare la storia e le tendenze della moda italiana, dagli anni d'oro della Dolce Vita fino al Novecento. Materiale che arriva da archivi di grandi e prestigiosi nomi della moda come Capucci e Gattinoni, o da istituzioni culturali come la biblioteca Chiarini, quello dell'Accademia della Moda e del Costume, l'archivio Centrale dello Stato. Solo per citarne alcuni.
Una iniziativa che Stefano Dominella della maison Gattinoni, definisce ''un punto d'orgoglio in piu' per noi italiani visto che i nostri competitor francesi non hanno un progetto come questo''. La sua casa di moda ha aderito all'Archivio consegnando 250 abiti, 350 tavole di campioni di ricamo, migliaia di rassegne stampa, lettere di Margaret d'Inghilterra inviate alla signora Gattinoni e molto altro ancora. ''E' stata un'occasione - aggiunge Dominella - per rimettere in ordine tutto il materiale che avevamo e riportare alla luce delle vere curiosita'''. Testimonianze arrivano anche dalla casa di moda rappresentata da Luca Litrico: ''Abbiamo sentito parlare di questa iniziativa nel 2008 ed e' stata accolta subito con grande entusiasmo. Un lavoro che aiuta a riscoprire e diffondere tutta la storia della moda italiana e a capire quale indotto c'e' dietro alla realizzazione del prodotto finito''. Un archivio, quello della Litrico, che si compone di ben 46 album con ritagli di giornale, 5500 bozzetti e oltre 300 servizi fotografici. A questo si aggiunge anche un altro fondo, quello di Clara Centinaro. Non solo. Accanto all'immenso materiale di abiti, stoffe e bozzetti anche 8.000 parrucche, capelli di ogni lunghezza e coloro dagli archivi della 'Rocchetti e Rocchetti'. ''Avevo un mucchio di parrucche e di materiale che la mia azienda inizio' a realizzare prima per il teatro lirico poi per il cinema ed il teatro - spiega Manlio Rocchetti - ora, con la nascita di questo archivio - continua - abbiamo iniziato a catalogarlo e riordinarlo''. Una ricchezza storica gigantesca che Rocchetti pensa addirittura di raccogliere in un museo. ''Il nostro obiettivo - afferma il soprintendente Donato Tamble' - e' quello di portare la cultura del Made in Italy in tutto il mondo, perche' possa l'Italia continuare ad essere quel paese invidiato per la sua creativita'''.