L’arte orafa italiana arriva a Shanghai. Ottanta gioielli, la più importante testimonianza della lavorazione dei metalli preziosi, in particolare dell’oro, provenienti dal Museo Archeologico di Taranto saranno esposti dal 2 al 31 ottobre nel Padiglione Italia della 41esima Expo mondiale di Shanghai nella mostra “Gli Ori di Taranto”.
“Un evento di grande prestigio della cultura italiana - afferma Mario Resca, direttore generale del Mibac per la valorizzazione dei Beni culturali - Ed è il buon risultato di una collaborazione tra ministero per i Beni culturali ed un soggetto privato, in questo caso Bulgari, esempio del successo del gioiello di lusso made in Italy. Si tratta di una eccellenza italiana dei giorni nostri che nella mostra affiancherà gli ori di Taranto”.
“Pezzi di grande valore storico artistico. Un patrimonio già esposto quindici anni fa a New York - spiega Ruggero Martines Soprintendente Regionale per i Beni e le Attività Culturali della Puglia - La vetrina come quella cinese è importante per valorizzare gli ori ma anche il museo da cui provengono, uno dei più importanti musei italiani che stiamo cercando di gemellare con quelli di Berlino ed Atene. E’ infatti raro - continua - trovare una collezione così vasta di ori che non sia stata saccheggiata in passato. Possiamo definirla un unicum raro”.
Tra i gioielli esposti: anelli in oro e con pietre incise, diademi, orecchini, bracciali, oggetti portati in vita soprattutto dalle donne e trasferiti nelle tombe dopo la morte, o intrisi di significati profondi, come le corone funerarie dalle foglie spesso quasi impalpabili, ritagliate nella lamina di materiale prezioso.
Insieme agli Ori di Taranto sarà in mostra la collezione Vintage Bulgari, “a testimonianza – sottolinea Francesco Trapani, amministratore delegato di Bulgari – di come la nostra attività inizi da lontano”. Discendente da un argentiere greco, Bulgari si è affermato nella gioielleria per il suo tratto distintivo, il saper fondere il classico e il moderno. Saranno esposti gioielli unici realizzati tra gli anni ’20 e gli anni ’90: alcuni esempi dei primi bracciali e orologi della linea “Serpenti”, un modello che ha segnato l’inizio del successo di Bulgari nel campo dell’arte orologiaia.Ma anche alcuni gioielli appartenenti alla famosa linea Tubogas, costituita da una maglia metallica flessibile formata da due catene tubolari unite senza saldature che richiede molte ore di lavoro artigianale.
Un fiore all’occhiello dell’arte orafa e della cultura italiana che, secondo il sottosegretario Francesco Maria Giro è “un fattore di crescita civile ed economico per l’Italia ed è una forma di vantaggio sugli altri paesi”.
“Abbiamo un patrimonio vasto e composito – continua il sottosegretario – diverso da regione a regione, eppure abbiamo indicatori troppo bassi rispetto alle altre nazioni con patrimonio inferiore al nostro. Dobbiamo quindi puntare di più sulla valorizzazione del patrimonio che ci consente anche di tutelarlo e quindi renderlo disponibile”.
L’area di 190 mq dedicata appositamente alla mostra è situata al 2° piano del Padiglione Italia che in soli cinque mesi ha raggiunto i sei milioni di visitatori.
“I numeri sono molti favorevoli – commenta il commissario generale di governo per l’expo di Shanghai, Beniamino Quintieri"."Non ci siamo limitati a rappresentare il nostro Paese con una esposizione permanente - rileva - ma abbiamo alternato ogni mese mostre, workshop, ospitato imprese e portato artigiani che ogni due settimane si sono alternati in un laboratorio per mostrare da vicino la realizzazione di un capo di artigianato italiano, come ad esempio una scarpa, attraverso la manualità e la capacità della nostra tradizione”. (Adnkronos)