Undici quadri dipinti da Lucio Battisti fra il 1969 e il 1972, e le prime tre chitarre acquistate del cantautore ancora minorenne, prima della sua partenza per Milano sono esposte nella mostra presso lo spazio espositivo AuditoriumArte dell'Auditorium Parco della Musica di Roma. La mostra 'Battisti, il tratto delle emozioni' e a cura di Gianni Borgna e Carla Ronga, e è stata prodotta dalla Fondazione Musica per Roma. Le tele, che hanno per titolo quello delle canzoni interpretate o comunque musicate dall'artista, sono state concepite dopo ore passate a tormentare le corde della chitarra, quando a volte Battisti, come ha raccontato la sorella Albarita, si chiudeva in cucina e su mezzi di fortuna si metteva a dipingere creando i suoi quadri. I temi delle opere sono intrinseci ad alcune canzoni: si passa dai colori intensi e solenni della 'Collina dei Ciliegi' alle sovrapposizioni e sfumature di 'Sognando e Risognando', dal particolare di 'Una Giornata Uggiosa', monotona, triste, dove tutto e' uguale e ripetitivo, all'universalita' de 'La Macchina del Tempo', con i suoi colori forti, decisi e i suoi numeri grandi e violenti attorno ad una carcassa di sveglia.
E ancora, dai colori accesi dei 'Due Mondi', dove uno e' il contrario dell'altro ma e' anche l'interfaccia dell'altro e quindi si cercano, alla globalizzazione di 'Gente per Bene Gente per Male', dove il globo del bene sorge dal basso e cerca di influenzare l'area circostante dominata dal tentacolo del male. Tele contrastanti, nel tratto di pennello e nelle emozioni che ci comunicano, testimonianze della ricchezza del suo essere artista perche' dimostrano come la sua fantasia sapesse tradurre in colori il mondo e le emozioni mentre il suo genio trasformava tutto cio' che lo circondava in musica. Quella musica che ha coinvolto almeno tre generazioni facendoci sognare, innamorare e piangere. Tra le chitarre in mostra, la prima ad esser stata suonata dal cantautore, decorata ed autografa. “Battisti ha cercato sempre di andare oltre le mode del momento e persino oltre la sua stessa immagine, se pur vincente, per aprire altre strade – afferma Gianni Borgna -, per creare delle nuove soluzioni ritmiche e timbriche, spiazzando costantemente i suoi stessi ammiratori.
Non ci ha perciò sorpreso più di tanto sapere che traeva parte della sua ispirazione dalla pittura, in una personale osmosi di suono e immagine, per la quale molte delle sue ardite soluzioni musicali nascevano prima sulla tavolozza e poi sulla chitarra”. “La semplicità del tratto, il forte colore piatto de' 'Il giardino dei ciliegi', il ritmo ondulatorio di 'Gente per bene e gente per male', il colorismo intenso di 'Sognando e risognando' e 'La canzone della terra' – aggiunge Anna Cestelli - sono l'espressione, e l'ispirazione forse, della musica delle liriche posteriori, tesa a cogliere il senso poetico di una realtà percepita nel suo nucleo espressivo oltre l'esteriorità delle apparenze, tramite quel processo di 'risonanza interiore', ossia la corrispondenza tra realtà esterna e anima interna. Quell'esperienza interiore di cui aveva parlato proprio Kandinsky ne 'Lo spirituale nell'arte', quale unica e vera prerogativa dell'artista che 'mette in vibrazione l'anima umana'”. (Adnkronos)