Dopo tre anni di lavori riapre al pubblico il Santuario di Ercole vincitore, uno dei più straordinari complessi archeologici d’Italia. Centro di culto religioso, snodo commerciale e contemporaneamente luogo di spettacolo con un teatro per 3.600 spettatori, il complesso del Santuario, nella zona di Tivoli, dal IV secolo d. C., ha subito numerose e radicali trasformazioni fino a diventare, nel Settecento, oggetto di un’articolata fase di industrializzazione.
Da fabbrica di armi a impianto di manifattura della lana, da fonderia di cannoni a centrale elettrica, fino a terminare nella “Cartiera Segré”, di cui ancora restano i padiglioni in cemento.
ll progetto di recupero, completato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, diretta dall’Architetto Federica Galloni, ha rappresentato sin dall’inizio un’importante sfida, interessando un’area di tre ettari sulla quale si sono stratificati dalla fondazione risalente al II sec. ad oggi venti secoli di storia.
I lavori di scavo, restauro e consolidamento delle strutture sono stati effettuati sulla base di un’approfondita indagine preliminare che ha permesso la conoscenza dettagliata del monumento, alla luce solo in parte.
In particolare sono state recuperate la via Tecta, l’Area Sacra, il basamento del Tempio, il portico settentrionale e l’antico teatro romano, che tornerà ad ospitare spettacoli e concerti, mentre in alcuni locali dell’ex cartiera ha trovato sede l’Antiquarium, che ospita alcuni tra i più rilevanti reperti scultorei, epigrafici e architettonici emersi dagli scavi.
Inoltre, per la riqualificazione e la valorizzazione delle strutture industriali, la Direzione Regionale ha bandito un concorso di idee il cui progetto vincitore è stato esposto in occasione della serata di inaugurazione, e si sono alternati spettacoli di danza, di musica, con la partecipazione di Eugenio Bennato che ha fatto rivivere le antiche sonorità delle tammorre, e di immagini, con Piero Angela e Paco Lanciano che hanno raccontato il Santuario del passato attraverso un suggestiva installazione di suoni, luci e videoproiezioni. (Ign)
Da fabbrica di armi a impianto di manifattura della lana, da fonderia di cannoni a centrale elettrica, fino a terminare nella “Cartiera Segré”, di cui ancora restano i padiglioni in cemento.
ll progetto di recupero, completato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, diretta dall’Architetto Federica Galloni, ha rappresentato sin dall’inizio un’importante sfida, interessando un’area di tre ettari sulla quale si sono stratificati dalla fondazione risalente al II sec. ad oggi venti secoli di storia.
I lavori di scavo, restauro e consolidamento delle strutture sono stati effettuati sulla base di un’approfondita indagine preliminare che ha permesso la conoscenza dettagliata del monumento, alla luce solo in parte.
In particolare sono state recuperate la via Tecta, l’Area Sacra, il basamento del Tempio, il portico settentrionale e l’antico teatro romano, che tornerà ad ospitare spettacoli e concerti, mentre in alcuni locali dell’ex cartiera ha trovato sede l’Antiquarium, che ospita alcuni tra i più rilevanti reperti scultorei, epigrafici e architettonici emersi dagli scavi.
Inoltre, per la riqualificazione e la valorizzazione delle strutture industriali, la Direzione Regionale ha bandito un concorso di idee il cui progetto vincitore è stato esposto in occasione della serata di inaugurazione, e si sono alternati spettacoli di danza, di musica, con la partecipazione di Eugenio Bennato che ha fatto rivivere le antiche sonorità delle tammorre, e di immagini, con Piero Angela e Paco Lanciano che hanno raccontato il Santuario del passato attraverso un suggestiva installazione di suoni, luci e videoproiezioni. (Ign)