“Ellenico plurale. Dipinti dalla Collezione Sotiris Felios”: dal 28 novembre 2012 all’11 gennaio 2013 il Complesso del Vittoriano ospita una mostra che propone per la prima volta in Italia un’ampia panoramica dell’arte greca contemporanea figurativa dagli anni Ottanta ad oggi presentando 88 dipinti di 25 artisti greci delle due ultime generazioni provenienti dalla collezione di Sotiris Felios, raccolta d’arte prestigiosa composta da più di settecento pezzi. Il filo rosso che lega tra loro le opere esposte, che certo non può essere esaustivo di tutta la produzione artistica greca attuale, è la rappresentazione della figura umana. In tempi di grave recessione economica per il paese dove si è formata la coscienza stessa dell’Occidente – di ciò che siamo tutti noi – bisogna ricordare come invece l’apertura della Grecia alle istanze culturali più avanzate sia rimasta sempre vitale e prioritaria. Un fattore che oggi si rivela simbolicamente compensativo del disagio sociale attraversato da questo Paese che ci è così prossimo e allo stesso tempo misconosciuto. L’Occidente oggi fatica a immaginare la Grecia al di fuori del proprio passato, quasi avesse dovuto spendervi ed esaurirvi tutto il proprio genio. Come scrive Giuliano Serafini “se l’astro della civiltà greca antica fosse stato appena meno fulgido, forse saremmo disposti ad ammettere che il paese poteva avere libero accesso e guadagnarsi il diritto alla modernità […] Sta di fatto che nessun paese occidentale ha avuto come la Grecia un approccio altrettanto conflittuale e anomalo con il rinnovamento delle arti figurative.” Gli artisti greci contemporanei hanno quasi marchiato sulla pelle un complesso che li lega al proprio passato in un rapporto a tratti schizofrenico. Malgrado ciò, come la mostra ospitata al Complesso del Vittoriano vuole dimostrare, il linguaggio dell’arte contemporanea greca si è guadagnato a pieno titolo il diritto alla modernità. “L’artista greco affronta da una più spregiudicata visuale il problema dell’identità, in alcuni casi rigettandolo - che ovviamente non vuol dire “liquidarlo” - comunque rielaborandolo attraverso apporti stilistici e concettuali che toccano, sfiorano e magari passano oltre le tendenze del momento: dalla pop art al minimalismo e al concettuale, fino all’arte povera e ai media informatici e all’arte ambientale.” (G. Serafini). Varie sono le cause di un limitato irradiamento dell’arte greca contemporanea negli ultimi trenta anni; una situazione socio-economica debole e complessa, oggi particolarmente precaria, la perifericità rispetto all’Europa, la scarsità della comunicazione e interrelazione con l’esterno stanno faticando a imporre fuori del paese l’immagine di un’arte greca che, malgrado tutto, ha voluto ed è riuscita a essere contemporanea rimanendo riconoscibile nel suo specifico, nel suo codice genetico. Proprio alla luce della turbolenta situazione storica dell’Europa di oggi, acquista ancora maggiore importanza l’obiettivo dell’esposizione al Complesso del Vittoriano di far conoscere i linguaggi espressivi di alcuni artisti selezionati nell’ambito della grande raccolta d’arte di Sotiris Felios facente parte della Fondazione “L’altra Arcadia”. Felios è originario di Tripolis, capoluogo del distretto regionale dell’Arcadia nel Peloponneso e il suo è un riconoscimento d’appartenenza genetica, un omaggio alla terra natale. La sua splendida raccolta è il frutto di trenta anni di incontri con gli artisti. L’immagine antropomorfica è ciò che lega i quadri dei vari artisti greci qui rappresentati. “La scelta è caduta su quello che può considerarsi il “tessuto connettivo” della pittura di rappresentazione dell’ultimo trentennio in Grecia. Sono personalità dal temperamento perentorio, di formazione cosmopolita, fattore che da sempre segna l’esperienza dell’artista greco - quasi tutti, oltre alla Scuola Superiore di Belle Arti di Atene, hanno studiato e lavorato all’estero, ancora soprattutto a Parigi -. Si tratta di artisti in gran parte impegnati a dare alla pittura iconica multiformi ipotesi e alternative e questo in una stagione dell’arte internazionale dal sestante impazzito o comunque deciso a rimuovere dalla scena il quadro e in genere la pittura di figurazione tout court.” (G. Serafini). Nelle opere esposte è quasi sempre il corpo umano il protagonista; a volte ritratto in nudità tormentate, altre volte fissato sulla tela con una precisione quasi fiamminga; altre volte immerso in un’atmosfera onirica. Il mito viene rivissuto come assenza, come nostalgia inestinguibile dell’antico e il ritratto diventa ossessione monotematica, avventura conoscitiva della psiche. Il pennello scandaglia l’animo umano quasi sostituendosi ad una confessione psicoanalitica. La rassegna, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è promossa dalla Fondazione “L’altra Arcadia” con la collaborazione dell’Ambasciata di Grecia in Italia ed è a cura di Giuliano Serafini. (Adnkronos)