Ceramiche, design e progetti esposti al Pirellone e alla Triennal
MILANO - Milano celebra Gio' Ponti, uno degli indiscussi maestri del '900, con due grandi mostre che mettono in luce i vari aspetti della creativita' del celebre architetto. Dal 6 maggio, Palazzo Pirelli, da lui progettato, ospitera' la produzione di ceramiche ideata per la manifattura Richard-Ginori, mentre alla Triennale saranno allestite oltre 250 opere tra schizzi e disegni, dipinti e sculture, ceramiche e maioliche, mobili e modelli di studio. Curata da Dario Mattoni, Gio Ponti. Il fascino della ceramica vuole ricordare, nel cinquantenario del Pirellone (oggi sede della Regione Lombardia), l'attivita' di designer documentando in particolare la raffinata produzione avviata per la Richard-Ginori tra il 1923 e il 1930. Definito al suo esordio da Carlo Carra' ''un neoclassico di Milano'', il giovane architetto si distingue per la modernita' del segno e la qualita' delle sue soluzioni stilistiche.
Repertori e forme traggono infatti la loro ispirazione dall'antichita' classica, ma il percorso culturale di Ponti lo porta a incrociare nella sua ricerca di classicismo anche altri riferimenti, tra cui la prospettiva rinascimentale, la teatralita' e il gusto antiquario di derivazione palladiana. Questo dialogo con la classicita' sara' testimoniato in mostra dalle serie piu' note, come La conversazione classica, Le mie donne, La venatoria, che ripropongono un repertorio figurativo unico nella loro carica innovativa. Il confronto con l'antico, con le forme ispirate al mondo greco, etrusco, romano, trovera' invece la perfetta concretizzazione in un oggetto emblematico, la grande cista dedicata al critico d'arte e giornalista Ugo Ojetti. Ma non mancheranno urne e vasi, nelle cui decorazioni e' evidente la citazione archeologica.
La sequenza delle coppe, da I funerailles di Thais al Circo Alato, offriranno infine l'opportunita' di seguire, nella serialita' delle forme e nella variazione dei decori, le curiosita' di Ponti verso le contemporanee esperienze figurative. La mostra della Triennale (sempre dal 6 maggio), intitolata Espressioni di Gio'Ponti, e' stata curata da da Germano Celant in collaborazione con Gio Ponti Archives e gli Eredi di Gio Ponti. Attraverso le 250 opere esposte, la rassegna intende focalizzare l'attenzione sulla ricca e complessa creativita' pontiana che, dalla direzione artistica della Richard-Ginori, si dipana per circa settanta anni nel campo dell'architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica.
Una sezione sara' interamente dedicata alla presenza di Ponti a Milano, con l'allestimento di modelli e disegni relativi, tra gli altri, al primo edificio per la società Montecatini (1936-1938), alla Torre Pirelli (1956-1961), alla Chiesa progettata per l'ospedale San Carlo (1961-1965). A questi si affiancheranno i progetti italiani e internazionali con un focus particolare sull'asse Italia-America, anche attraverso il lavoro di Ponti dedicato agli arredi delle navi transoceaniche, e i legami con gli Usa, forieri di commesse architettoniche realizzate o progettate, dall'Auditorium del Time & Life Building di New York (1959) al Denver Art Museum (1971), alla cattedrale di Los Angeles. (ANSA)
MILANO - Milano celebra Gio' Ponti, uno degli indiscussi maestri del '900, con due grandi mostre che mettono in luce i vari aspetti della creativita' del celebre architetto. Dal 6 maggio, Palazzo Pirelli, da lui progettato, ospitera' la produzione di ceramiche ideata per la manifattura Richard-Ginori, mentre alla Triennale saranno allestite oltre 250 opere tra schizzi e disegni, dipinti e sculture, ceramiche e maioliche, mobili e modelli di studio. Curata da Dario Mattoni, Gio Ponti. Il fascino della ceramica vuole ricordare, nel cinquantenario del Pirellone (oggi sede della Regione Lombardia), l'attivita' di designer documentando in particolare la raffinata produzione avviata per la Richard-Ginori tra il 1923 e il 1930. Definito al suo esordio da Carlo Carra' ''un neoclassico di Milano'', il giovane architetto si distingue per la modernita' del segno e la qualita' delle sue soluzioni stilistiche.
Repertori e forme traggono infatti la loro ispirazione dall'antichita' classica, ma il percorso culturale di Ponti lo porta a incrociare nella sua ricerca di classicismo anche altri riferimenti, tra cui la prospettiva rinascimentale, la teatralita' e il gusto antiquario di derivazione palladiana. Questo dialogo con la classicita' sara' testimoniato in mostra dalle serie piu' note, come La conversazione classica, Le mie donne, La venatoria, che ripropongono un repertorio figurativo unico nella loro carica innovativa. Il confronto con l'antico, con le forme ispirate al mondo greco, etrusco, romano, trovera' invece la perfetta concretizzazione in un oggetto emblematico, la grande cista dedicata al critico d'arte e giornalista Ugo Ojetti. Ma non mancheranno urne e vasi, nelle cui decorazioni e' evidente la citazione archeologica.
La sequenza delle coppe, da I funerailles di Thais al Circo Alato, offriranno infine l'opportunita' di seguire, nella serialita' delle forme e nella variazione dei decori, le curiosita' di Ponti verso le contemporanee esperienze figurative. La mostra della Triennale (sempre dal 6 maggio), intitolata Espressioni di Gio'Ponti, e' stata curata da da Germano Celant in collaborazione con Gio Ponti Archives e gli Eredi di Gio Ponti. Attraverso le 250 opere esposte, la rassegna intende focalizzare l'attenzione sulla ricca e complessa creativita' pontiana che, dalla direzione artistica della Richard-Ginori, si dipana per circa settanta anni nel campo dell'architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica.
Una sezione sara' interamente dedicata alla presenza di Ponti a Milano, con l'allestimento di modelli e disegni relativi, tra gli altri, al primo edificio per la società Montecatini (1936-1938), alla Torre Pirelli (1956-1961), alla Chiesa progettata per l'ospedale San Carlo (1961-1965). A questi si affiancheranno i progetti italiani e internazionali con un focus particolare sull'asse Italia-America, anche attraverso il lavoro di Ponti dedicato agli arredi delle navi transoceaniche, e i legami con gli Usa, forieri di commesse architettoniche realizzate o progettate, dall'Auditorium del Time & Life Building di New York (1959) al Denver Art Museum (1971), alla cattedrale di Los Angeles. (ANSA)