Dalle celeberrime sedie alle case fino ai mobili componibili
di Nicoletta Castagni
ROMA - Non solo la Rosso-Blu, la Zig-Zag, la Hopmi, celeberrime sedute icone del '900, ma anche i progetti e i disegni di singole abitazioni (Casa Schroder) o di case modello del primo dopoguerra: l'intera opera di Gerrit Rietveld (1888-1964), architetto e designer olandese tra i più influenti del XX secolo, sono in mostra da domani al 10 luglio al Maxxi. Esposte circa 400 opere, che mettono in luce la portata innovativa delle soluzioni dell'architetto che inventò il packaging e gli assemblaggi. Presentata alla stampa, l'importante esposizione è realizzata in collaborazione con il Central Museum Utrecht e il Nai Rotterdam, che custodiscono la maggior parte dei materiali di Rietveld.
Con il titolo 'Universo Rietveld, architettura, arte, design', la rassegna (curata da Maristella Casciato, Domitilla Dardi e Ida van Ziji) ripercorre a 360 gradi l'attività del maestro olandese, dai suoi rapporti con gli artisti del gruppo De Stijl (Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszár, J.J.P. Oud) e con i protagonisti dell'avanguardia modernista (Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright) fino agli influssi sull'architettura e il design contemporanei (da Alessandro Mendini a Ettore Sottsass a Maarten Baas). Tanto forti ancora adesso che, ha detto il direttore della Fondazione Maxxi Pio Baldi, "al Salone del Mobile appena apertosi a Milano c'é tutto il suo spirito".
Così che il rapporto dell'architetto olandese con il XXI secolo è il prologo della mostra. Prima di entrare nel grande salone al piano terra, 14 postazioni, munite di sedie Zig-Zag e terminale, fanno scorrere ininterrottamente le altrettante interviste ai progettisti contemporanei, tra cui Gae Aulenti, Andrea Branzi, Vittorio Gregotti, Enzo Mari. L'esposizione prosegue con un percorso cronologico, capace però, grazie all'allestimento 'mise en scene', di valorizzare gli elementi di interdisciplinareità e sperimentazione che caratterizzano l'opera di Rietveld. E' un'innovazione che permea, ha spiegato la direttrice del Maxxi Architettura Margherita Guccione, tutte le varie fase del progettare.
"I miei mobili - scriveva Rietveld - tentano di non rompere lo spazio", che quindi diventa fluido. E' la stessa ricerca, ha aggiunto Guccione, che è alla base della progettazione dei più famosi architetti contemporanei, proprio a partire da Zaha Hadid. Quelli in mostra sono tutti materiali originali, dalle prime sedie degli anni '10 del '900, per arrivare al suo piccolo capolavoro, la sedia Rossa-Blu, che da allora ha ispirato in modo ininterrotto il design. Ci sono perfino i girelli e i seggioloni per i bambini, in legno colorato, e le poltroncine da assemblare, decenni prima di Ikea. E non mancano nei disegni e schizzi, i ripensamenti, le paure, le tante versioni di questi oggetti o delle abitazioni, con alcuni approfondimenti, come quello per Casa Schroder. (ANSA)
di Nicoletta Castagni
ROMA - Non solo la Rosso-Blu, la Zig-Zag, la Hopmi, celeberrime sedute icone del '900, ma anche i progetti e i disegni di singole abitazioni (Casa Schroder) o di case modello del primo dopoguerra: l'intera opera di Gerrit Rietveld (1888-1964), architetto e designer olandese tra i più influenti del XX secolo, sono in mostra da domani al 10 luglio al Maxxi. Esposte circa 400 opere, che mettono in luce la portata innovativa delle soluzioni dell'architetto che inventò il packaging e gli assemblaggi. Presentata alla stampa, l'importante esposizione è realizzata in collaborazione con il Central Museum Utrecht e il Nai Rotterdam, che custodiscono la maggior parte dei materiali di Rietveld.
Con il titolo 'Universo Rietveld, architettura, arte, design', la rassegna (curata da Maristella Casciato, Domitilla Dardi e Ida van Ziji) ripercorre a 360 gradi l'attività del maestro olandese, dai suoi rapporti con gli artisti del gruppo De Stijl (Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszár, J.J.P. Oud) e con i protagonisti dell'avanguardia modernista (Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright) fino agli influssi sull'architettura e il design contemporanei (da Alessandro Mendini a Ettore Sottsass a Maarten Baas). Tanto forti ancora adesso che, ha detto il direttore della Fondazione Maxxi Pio Baldi, "al Salone del Mobile appena apertosi a Milano c'é tutto il suo spirito".
Così che il rapporto dell'architetto olandese con il XXI secolo è il prologo della mostra. Prima di entrare nel grande salone al piano terra, 14 postazioni, munite di sedie Zig-Zag e terminale, fanno scorrere ininterrottamente le altrettante interviste ai progettisti contemporanei, tra cui Gae Aulenti, Andrea Branzi, Vittorio Gregotti, Enzo Mari. L'esposizione prosegue con un percorso cronologico, capace però, grazie all'allestimento 'mise en scene', di valorizzare gli elementi di interdisciplinareità e sperimentazione che caratterizzano l'opera di Rietveld. E' un'innovazione che permea, ha spiegato la direttrice del Maxxi Architettura Margherita Guccione, tutte le varie fase del progettare.
"I miei mobili - scriveva Rietveld - tentano di non rompere lo spazio", che quindi diventa fluido. E' la stessa ricerca, ha aggiunto Guccione, che è alla base della progettazione dei più famosi architetti contemporanei, proprio a partire da Zaha Hadid. Quelli in mostra sono tutti materiali originali, dalle prime sedie degli anni '10 del '900, per arrivare al suo piccolo capolavoro, la sedia Rossa-Blu, che da allora ha ispirato in modo ininterrotto il design. Ci sono perfino i girelli e i seggioloni per i bambini, in legno colorato, e le poltroncine da assemblare, decenni prima di Ikea. E non mancano nei disegni e schizzi, i ripensamenti, le paure, le tante versioni di questi oggetti o delle abitazioni, con alcuni approfondimenti, come quello per Casa Schroder. (ANSA)