"Il Cristo che molleggia, portato a spalla sopra un mare di teste come nave in mezzo alla burrasca, si volta, e col braccio alzato posa un momento a benedire il popolo genuflesso". L'immagine, raccontata dal poeta Vincenzo Cardarelli agli inizi del secolo scorso, è quella che meglio descrive la Pasqua di Tarquinia: un intero paese in festa, commosso al passaggio della processione.
Nel cittadina di origini etrusche, che si affaccia da una collina sul litorale laziale, la domenica tutti gli abitanti si riversano nel centro storico per vedere la statua lignea del Cristo Risorto mentre marcia e corre, al ritmo scandito dalla banda, fra le stradine del borgo medievale. Annunciato dagli spari dei cacciatori, il corteo è preceduto dal saltellare di nove croci, tronchi di legno sormontati da una corona d'alloro che si muovono in fila indiana tra due ali di folla a simboleggiare la Resurrezione.