
'476 A.D.' offre due chiavi di lettura. La prima riguarda la precisione storica con cui sono descritti luoghi e avvenimenti. Riappaiono infatti in tutto il loro morente splendore le antiche città con i fori decadenti, le basiliche civili trasformate in chiese, i teatri e i templi in abbandono. Il lettore potrà viaggiare dall'antica Roma alle province della Gallia, dalla dorata Costantinopoli alla Britannia aggredita dagli invasori. Incontrerà inoltre i protagonisti di quell'oscuro periodo della storia: gli ultimi fragili imperatori d'Occidente, i comandanti dell'esercito veri detentori del potere, i dominanti 'augusti' d'Oriente, i vescovi difensori delle città, i re germanici nel loro fulgore barbarico, i senatori di Roma chiusi nella miope difesa dei propri privilegi, gli ultimi pensatori pagani un po' filosofi e un po' maghi, tutte grandi figure di quell'epoca di transizione.
La seconda chiave di lettura riguarda la metafora del declino. E' infatti impossibile non rilevare come quella che portò alla fine della civiltà antica richiami, perfino in alcuni particolari, l'attuale crisi morale e civile del nostro mondo con tutti i suoi corollari: gravi problemi di finanza pubblica, corruzione burocratica e politica, estrema ricchezza ed estrema povertà, intolleranza, fondamentalismo religioso, decrescita demografica, immigrazione e xenofobia, violenza urbana. Una serie sorprendente di confronti che inducono alla riflessione anche il lettore meno interessato a quelle vicende remote. (Adnkronos)