Benvenuti nel blog della rivista Fatti e Pensieri.

Esce “476 A.D.”, terzo capitolo della trilogia storica di Giulio Castelli

Roma - Intrighi di Palazzo, complotti sanguinosi, battaglie e scontri epici di popoli. Eventi al centro di '476 A.D., l'ultimo imperatore', il nuovo libro di Giulio Castelli uscito per i tipi di Newton Compton che chiude la trilogia aperta nel 2008 da 'Imperator' e proseguita nel 2009 con 'Gli ultimi fuochi dell'Impero Romano'. Una trilogia unica nel panorama della narrativa storica. I tre romanzi, infatti, raccontano con grande fedeltà il turbinoso e poco conosciuto V secolo, un'epoca densa di drammatici eventi che segnò il passaggio dall'antichità al Medioevo. Ma anche un tempo che presenta inquietanti analogie con quanto sta accadendo oggi nel mondo occidentale .

'476 A.D.' offre due chiavi di lettura. La prima riguarda la precisione storica con cui sono descritti luoghi e avvenimenti. Riappaiono infatti in tutto il loro morente splendore le antiche città con i fori decadenti, le basiliche civili trasformate in chiese, i teatri e i templi in abbandono. Il lettore potrà viaggiare dall'antica Roma alle province della Gallia, dalla dorata Costantinopoli alla Britannia aggredita dagli invasori. Incontrerà inoltre i protagonisti di quell'oscuro periodo della storia: gli ultimi fragili imperatori d'Occidente, i comandanti dell'esercito veri detentori del potere, i dominanti 'augusti' d'Oriente, i vescovi difensori delle città, i re germanici nel loro fulgore barbarico, i senatori di Roma chiusi nella miope difesa dei propri privilegi, gli ultimi pensatori pagani un po' filosofi e un po' maghi, tutte grandi figure di quell'epoca di transizione.

La seconda chiave di lettura riguarda la metafora del declino. E' infatti impossibile non rilevare come quella che portò alla fine della civiltà antica richiami, perfino in alcuni particolari, l'attuale crisi morale e civile del nostro mondo con tutti i suoi corollari: gravi problemi di finanza pubblica, corruzione burocratica e politica, estrema ricchezza ed estrema povertà, intolleranza, fondamentalismo religioso, decrescita demografica, immigrazione e xenofobia, violenza urbana. Una serie sorprendente di confronti che inducono alla riflessione anche il lettore meno interessato a quelle vicende remote. (Adnkronos)