Il Museo del Risorgimento da oggi si arricchisce di un altro 'monumento'. Si tratta dell'Album dei Mille, l'album fotografico realizzato da Alessandro Pavia, con i singoli ritratti dei partecipanti alla Spedizione del 1860 appartenuto a Giuseppe Garibaldi. Pavia volle utilizzare la tecnica della fotografia nata nel 1839 per testimoniare e rendere eterna la memoria delle persone e quindi, i partecipanti alla spedizione dei Mille. L'idea di Pavia era quella di vendere poi successivamente l'album ad ogni istituzione fosse interessata ma in realta' non riscosse il successo sperato.
''Possiamo tranquillamente definire l'album il primo monumento dell'Unita' d'Italia - spiega Marco Pizzo, vice direttore del Museo del Risorgimento - raccogliere in un unico album tutte le fotografie dei Mille significa fargli un monumento. L'album e' anche un oggetto d'arte applicata, con i suoi decori in bronzo e con le foto acquerellate contenute all'interno. E' un libro - continua Pizzo – del tutto particolare e rappresenta un'unica e importantissima testimonianza documentata e un vero archivio fotografico di una pagina della nostra storia''. Pavia ha raccolto scatti fotografici dal 1862 al 1867, circa 846. Realizzo' alcune copie dell'album, una in particolare la dono' a Giuseppe Garibaldi arricchendolo con alcune foto acquerellate ed una copertina in bronzo. Questa copia da oggi sara' esposta nel Museo del Risorgimento interamente restaurata grazie al contributo della Direzione Regionale dei Beni Architettonici del Lazio nel 2009. Sono state restaurate tutte le foto, figurina dopo figurina.
Una dopo l'altra le pagine si sviluppano con le immagini degli uomini che misero la loro vita al servizio di quella che divento' L'Italia unita. In realta' non erano mille ma 1089, sbarcarono a Marsala condotti dal generale Garibaldi definito da Pavia sulla copertina dell'album che gli dedica ''Duce dei Mille'', spiegandogli in una lettera allegata che ''L'opera e' ben lungi dal potersi dire perfetta, ma il concetto politico nazionale, e' per me raggiunto, e cio' basta, giacche' io non cercai con essa gloria d'artista, ma volli far opera al cittadino, che potesse di giusto omaggio riunire quei prodi, ed accetta al loro Duce a cui intesi consacrarla''.
Il Museo ne conserva tre esemplari diversi nella legatura, negli apparati decorativi e nelle diciture. Ma ne esistono ancora altre che il vice direttore del Museo Marco Pizzo spera di poterle recuperare per fare una sorta di censimento dei partecipanti allo sbarco. Tra le foto che ritraggono i giovani e ardimentosi seguaci di Garibaldi anche Bixio e Francesco Crispi. Unica immagine femminile e' quella di Rosalie Montmasson, moglie di Crispi, unica donna a cui fu permesso di seguire la spedizione.
''Possiamo tranquillamente definire l'album il primo monumento dell'Unita' d'Italia - spiega Marco Pizzo, vice direttore del Museo del Risorgimento - raccogliere in un unico album tutte le fotografie dei Mille significa fargli un monumento. L'album e' anche un oggetto d'arte applicata, con i suoi decori in bronzo e con le foto acquerellate contenute all'interno. E' un libro - continua Pizzo – del tutto particolare e rappresenta un'unica e importantissima testimonianza documentata e un vero archivio fotografico di una pagina della nostra storia''. Pavia ha raccolto scatti fotografici dal 1862 al 1867, circa 846. Realizzo' alcune copie dell'album, una in particolare la dono' a Giuseppe Garibaldi arricchendolo con alcune foto acquerellate ed una copertina in bronzo. Questa copia da oggi sara' esposta nel Museo del Risorgimento interamente restaurata grazie al contributo della Direzione Regionale dei Beni Architettonici del Lazio nel 2009. Sono state restaurate tutte le foto, figurina dopo figurina.
Una dopo l'altra le pagine si sviluppano con le immagini degli uomini che misero la loro vita al servizio di quella che divento' L'Italia unita. In realta' non erano mille ma 1089, sbarcarono a Marsala condotti dal generale Garibaldi definito da Pavia sulla copertina dell'album che gli dedica ''Duce dei Mille'', spiegandogli in una lettera allegata che ''L'opera e' ben lungi dal potersi dire perfetta, ma il concetto politico nazionale, e' per me raggiunto, e cio' basta, giacche' io non cercai con essa gloria d'artista, ma volli far opera al cittadino, che potesse di giusto omaggio riunire quei prodi, ed accetta al loro Duce a cui intesi consacrarla''.
Il Museo ne conserva tre esemplari diversi nella legatura, negli apparati decorativi e nelle diciture. Ma ne esistono ancora altre che il vice direttore del Museo Marco Pizzo spera di poterle recuperare per fare una sorta di censimento dei partecipanti allo sbarco. Tra le foto che ritraggono i giovani e ardimentosi seguaci di Garibaldi anche Bixio e Francesco Crispi. Unica immagine femminile e' quella di Rosalie Montmasson, moglie di Crispi, unica donna a cui fu permesso di seguire la spedizione.