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Cinema: Cinecitta' tra sogno e realta', l'omaggio del teatro Coccia

di Carmela Piccione


 “Cinecitta' tra sogno e realta”. Non si placano ancora le polemiche sul futuro di Cinecitta' e il Teatro Coccia di Novara pubblica un omaggio al grande cinema italiano e alla sua citta' d'elezione, Roma. Il prezioso volume, scritto da Folco Perrino e Ernesto Zucconi, ripercorre ad arte, accompagnato da centinaia di foto, ritratti, documenti inediti, istantanee e manifesti, locandine, estratti di riviste e di quotidiani dell'epoca, il cinema del Ventennio. E non solo. Dagli esordi sino alla Seconda Guerra Mondiale. Uno spaccato di vita e di cultura, ma anche di politica nazionale, di straordinari investimenti. La storia del nostro paese e' scrutata attraverso la lente di ingradimento della macchina da presa. Attraverso gli attori e le attrici che hanno reso grande la nostra cinematografia anche all'estero. Scorrono nel libro i racconti legati a miti nazionali, a drammatiche vicende politiche. Ruggero Ruggeri, Massimo Serato, Gino Cervi, Clara Calamai e Doris Duranti, Rossano Brazzi, Alida Valli e Isa Miranda, Anna Magnani e Marina Berti, Assia Noris, Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, uccisi dai partigiani, Massimo Girotti, Serge Reggiani, Toto', Amedo Nazzari, a cui i due autori dedicano un capitolo. ''La fisionomia di Amedeo Nazzari riassumeva le tradizionali caratteristiche della virilita' italiana - scrivono citando una articolo di Vittorio Spinazzola - Lealta', firezza taciturna, grande amore appassionato, senso del dovere, codice dell'onore. I rivolgimenti della guerra non alterarono il suo ascendente sul pubblico''. ''Come uomo non mi piacciano le bassezze, i sotterfugi, i mezzucci -spiegava in una intervista Amedeo Nazzari pubblicata nel volume 'L'avventurosa storia del cinema italiano' - Ci tengo a mantenere questa mia personalita' privata anche sullo schermo. Per questo ho sempre scelto i personaggi che avevano un contenuto morale, etico e educativo. E non me ne pento affatto''.
Il libro si dipana attraverso una serie di testimonianze frutto di un interesse e complesso lavoro di ricerca da parte di Folco Perrino e Ernesto Zucconi. Non solo la storia di Cinecitta' e la nascita dell'Istituto Luce, ma anche una raccolta dedicata alle foto-cartoline degli attori, ai disegni dei modelli di sartoria utilizzati in scena, alle acconciature, ai trucchi accanto ad interessanti capitoli che trattano il tema del doppiaggio, dei trucchi e dei titoli, dei rapporti tra cinema e televisione con un'interessante testimonianza di Michelangelo Antonioni, ancora di grande attualita'. ''Molti sono gli svantaggi che la televisione presenta da un punto di vista puramente estetico, nei riguardi del cinema... Altre vie sono aperte alla televisione, sicche' uno scontro di questa col cinema appare alquanto improbabile''. Interessante il confronto con la scrittura e il linguaggio. Frasi ampollose, sovraccariche di aggettivi, di sicuro effetto. Nell'articolo riportato nel volume su come truccarsi per la televisione si legge non una vena di sarcasmo e ironia: ''Se il cinematografico esige che le dive e i divi dello schermo si sottopongano a truccature strane e talvolta grottesche, non minori esigenze in questo senso presenta la televisione''. ''Le graziose donnine che formano la delizia degli occhi e dello spirito dei televisori assomigliano - si legge ancora - se viste nello studio di trasmissione, a selvaggi stranamente camuffati e dipinti''.
Un libro a tutto tondo di straordinario interesse e di approfondimento sul grande cinema. Produttori, direttori di produzione, ma anche l'universo dei compositori e dei muscisti. Collaborazioni eccellenti quelle con il grande schermo firmate Zandonai, Pick- Mangiagalli, Casavola, Sonzogno, Nino Rota e Vittorio Rieti. ''Il compositore viene scelto all'ultimo momento - scrive Folco Perrino - Eppure i risultati raggiunti dall'Italia sono rilevanti... La caratura artistica di questi musicisti consente loro di fornire un apporto fondamentale, rendendo la presenza delle colonne sonore dimensione essenziale, profondamente costitutiva del genere cinematografico''. Tra i ritagli di giornali dell'epoca, con tanto di ritratti di maschere comiche i due autori hanno scelto alcuni spaccati dedicati a Macario, Rascel, Aldo Fabrizi, Toto'. Interessanti i giudizi dei critici e dei giornalisti di settore, per esempio sul grande e indimenticabile Aldo Fabrizi. ''Fabrizi non e' del tutto una maschera nel senso tradizionale, ne' si stacca in un clima di pura comicita', ne' s'e' creato un abito, come Arlecchino o Pulcinella. Fa parte tuttavia della tradizione italiana, in quanto porta sul palcoscenico e sullo schermo l'umorismo ridanciano e popolaresco della 'commedia' dell'arte'. Spiega l'obiettivo del progetto nella prefazione al libro, Carlo Pesta, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Coccia di Novara: ''L'opera vuol essere una storia del cinema italiano a cavallo tra il 1937 e il 1943 - racconta - E' proprio tra le due guerre che il cinema italiano fiorisce e si sviluppa, ottenendo successi e ammirazione da tutta Europa''. ''Ma soprattutto dalla tanto osannata critica d'oltreoceano.Sono gli anni contrassegnati dalal commedia brillante, dai film storici e dal dramma - aggiunge ancora Carlo Pesta - che tendono ad una indipendenza dal monopolio del cinema hollywoodiano, ma anche da pellicole innovative che percorrono il neorealismo. Sobrie, prive di retorica, attente al quotidiano e alla gente comune. E' con l'intento di far conoscere ai ragazzi, far ricordare agli adulti e far rivivere ai meno giovani questi anni di grande cinema per l'Italia che abbiamo voluto realizzare questo progetto''. (Adnkronos)